COMUNICATO STAMPA

Giovedì 23 febbraio, a partire dalle ore 19.30 presso l’associazione culturale e ricreativa Molino, Via Giovanni Domenico Nardo, 30, zona Molino uscita 24 GRA Roma, i Comitati e le Associazioni anti inceneritore di Santa Palombaincontrano i Sindaci, le altre reti associative, i rappresentanti politici e della società civile che vogliono partecipare alla discussione sul Piano alternativo per la gestione dei rifiuti di Roma elaborato da Zero Waste Europe, secondo i principi europei del recupero di materia, del trattamento a freddo del residuo edell’economia circolare.

Il Piano sarà illustrato da Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, Nobel alternativo per l’ambiente.

Perché no all’inceneritore

1. La soluzione proposta per i rifiuti capitolini è un diffuso ricorso all’incenerimento, peraltro mai menzionato nel programma elettorale della coalizione e comunicato solo dopo l’insediamento. Il massiccio ricorso al recupero energetico è riservato a tutte le frazioni, a partire dall’indifferenziato (RI), per proseguire con una parte dell’organico, i rifiuti sanitari, il fluff, l’autodemolizione, i fanghi di depurazione. 

2Il recupero di energia è favorito rispetto al recupero di materia, in violazione della gerarchia dei rifiuti stabilitadall’Unione europea, che considera prioritario il recupero di materia.

Inoltre il Piano non considera il 30% di ceneri prodotte durante il processo di combustione, che oltre ad aumentare il peso dei materiali smaltiti in discarica, occupano più volume esaurendo più velocemente la discarica e sono tossiche.

3Il Piano fallisce gli obiettivi europei di riduzione e riciclo dei rifiuti: si prevede una riduzione dei rifiuti entro il 2030 pari all’8% dagli attuali 1.690.000 t a 1.550.000 t e una raccolta differenziata al 65% che, considerando un 10% di scarto di lavorazione e quanto stabilisce la normativa per riutilizzo – riciclaggio al 2030 (almeno il 60% in termini di peso rispetto al totale dei rifiuti), porterebbe a mancare l’obiettivo (65% RD – 10% di scarto). E infatti nel Piano si dichiara un riciclo del 54,1% al 2030.

4. Il costo dell’inceneritore sarà scaricato sulla Tari e pagato dai cittadini.

Perché si all’alternativa all’inceneritore

1. La proposta Rifiuti Zero – aggiornata tenendo conto dellacomplessità di una metropoli come Roma – prevede una riduzione dei rifiuti del 15% e una raccolta differenziata all’80% in cinque anni, così centrando l’obiettivo previsto al 2030. Rimarrebbero 287.000 tonnellate da trattare a freddo riconvertendo gli attuali 2 TMB in “Fabbriche dei materiali” che si concentrano su un ulteriore recupero di materia in rispetto della gerarchia europea tesa all’economia circolare. Al netto di tutto ci sarebbero 141.000 tonnellate da smaltire nelle modalità indicate dal nostro schema di piano e un conferimento in discarica del 10% entro i limiti di legge.

2. Il percorso proposto minimizza quantità, volumetrie e carica batterica dei flussi massimizzando il recupero di materiacome tecnologia da prediligere ai sensi del Pacchetto Economia Circolare UE del 2018, in particolare l’art. 5bis della Dir. 2018/851/UE, che limita al 10% la sommatoria di incenerimento, tmb e discarica. Inoltre non produce CSS (Combustibile Solido Secondario). La riduzione è data per la gran parte dal passaggio dai cassonetti stradali alla raccolta porta a porta, dall’applicazione della tariffa puntuale e dalla combinazione, a titolo di esempio, di sistemi di riparazione e riuso, incentivazione all’uso di pannolini lavabili, realizzazione di casette per l’acqua per ridurre le plastiche e progetti rivolti al turismo quali hotel, ristoranti bar a rifiuti zero.

3. La proposta consente di recuperare materiali da avviare ad operazioni di downciclyng (e in parte di upciclyng come nel caso del recupero dei metalli e/o delle plastiche di pregio quali HDPE, LDPE, PP, PET). Questo tipo di impiantistica opera secondo i metodi diffusi del vaglio rotante, di elettrocalamite, di correnti ad aria compressa ecc..

4All’interno del “trattamento a freddo”, al fine di rendere massima la resa industriale dell’impianto, è possibile realizzare – tra l’altro – il riciclo dei pannolini – pannoloni (che per il cosiddetto “effetto concentrazione” derivante dalle alte rese di RD risulta stimabile in circa il 35% del RUR) e una linea di estrusione-stampaggio per le plastiche eterogenee (plasmix)per la realizzazione di manufatti come tubi idraulici, arredi, cordoli per piste ciclabili, pavimentazioni, vasi per florovivaistica, pallett ed altri ancora.

5. Con la tariffa puntuale si rispetta il principio “chi inquina paga” e si riducono i costi.

N.B. L’associazione culturale e ricreativa Molino, si trova in Via Giovanni Domenico Nardo, 30, zona Molino uscita 24 GRA Roma. Parcheggiare vicino il ristorante il Molino, sono pochi passi a piedi, oppure nel parcheggio in fondo a via Giovanni Ignazio Molina.