“E’ con piacere che introduco i report preziosi di Marta Ferri in viaggio nel cuore della Cina quale “inviata speciale” di Zero Waste Italy nell’ambito del progetto “Stiftung Asienhaus NGO Twinning Exchange” che contempla uno scambio tra 7 attivisti cinesi con 7 attivisti europei.
Marta, giovane antropologa dell’Università di Bologna parte integrante dello staff nazionale di Zero Waste Italy sta trascorrendo circa un mese in Cina tra Beijin (Pechino) e Taiwan mettendo a frutto una collaborazione con l’Associazione cinese “Friends of Nature” ed in particolare con Lin Youzhu esponente di questa associazione storica che per prima in Cina ha adottato la strategia Rifiuti Zero. Lin Youzhu che fa parte anche della Global Alliance Incinerator Alternatives (GAIA) in seguito sarà in Europa ed in Italia per uno scambio proficuo intorno alle problematiche della sostenibilità ambientale ed in particolare intorno alle migliori pratiche di gestione dei rifiuti. Marta Ferri visiterà in particolare le pratiche di recupero dei metalli dai Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) ed altre esperienze relative al riciclo in Cina. Questo scambio avviene in seguito al viaggio del sottoscritto svoltosi in dicembre a Shangai su invito della Università di quella città e in un contesto in cui nell’immenso continente cinese si sta diffondendo oltre alla influenza dei modelli usa e getta inculcati dall’occidente anche l’attenzione alle buone pratiche Zero Waste e agli obiettivi della Economia Circolare. Cina, grande Paese culla di civiltà e luogo di enormi contraddizioni ed opportunità attorno al quale si gioca gran parte della possibilità di connettere nuovo sviluppo economico e sostenibilità ambientale planetaria. insomma LOCALE- GLOBALE. E’ una grande opportunità quella per cui Marta rappresenta il nostro ambasciatore situata proprio nell’occhio del ciclone di questa “connessione”. Marta con il suo “reportage”ci darà in diretta il polso di una situazione che conferma quanto sulla sfida di tutelare il Pianeta la Cina sia “vicina”. Se perderemo in Cina sarà il pianeta a perdere non solo nel nostro piccolo Paese. Ecco perchè io seguirò con grande partecipazione il “viaggio” che Marta sta iniziando. Marta, sono con te! E poi accoglieremo nel migliore dei modi Lin in Europa ed in Italia.
 
Buon soggiorno e buon REPORTAGE!”
 
Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy, vincitore del Goldman Prize 2013.
Eu-China Twinning NGO exchange 2015; Report 1 di Marta Ferri

Hangzhou, Cina, 7-9 settembre.

Il progetto di scambio Eu-China Twinning NGO 2015 è iniziato con tre giorni di workshop di benvenuto presso il Hangzhou Low Carbon Science and Technology Museum della città di Hangzhou, situata nell’aerea centro-orientale della Cina. Non lontana da Shanghai, questa che viene definita una cittadina (conta in realtà sette milioni di abitanti) è vista come esempio di buone pratiche e innovazione nel campo della sostenibilità ambientale. Questo grazie alla collaborazione tra il governo locale e l’organizzazione Green Zenjiang.

Green Zenjiang lavora per promuovere buone pratiche di sostenibilità ambientale; è di stampo governativo, fatto che in Cina permette l’accesso a numerosi fondi e di poter fare progetti a lungo termine. Ha promosso e tuttora si occupa di gestire la raccolta differenziata stradale nei distretti centrali e in alcune comunità in periferia dando a Hangzhou la nomea di prima città ad attuare tale pratica. Inoltre gestisce la raccolta degli indumenti usati (il raccoglitore è a forma di un simpatico panda) per rivederli in alcuni punti definiti “charity shop”.

Un charity shop in questo caso può essere definito come una sorta di negozio di seconda mano, ma che funge anche da punto vendita   di saponi alla spina biodegradabili e compostiere domestiche da appartamento. È da tener conto che tutte queste attività, sebbene a noi sembrino normali e quasi scontate, in Cina sono una novità. Un’altra innovazione è data dalla presenza di un centro di analisi specializzato nel monitoraggio ambientale. Dodici tecnici giornalmente lavorano per rilevare la presenza di determinati elementi tossici nell’aria, nell’acqua e nella terra, rendendo poi pubblici i risultati tramite un’application molto popolare in Cina: Wechat (si tratta di un’app scaricabile sul cellulare che mette insieme Facebook, Whatsapp e Twitter, altrimenti non accessibili in Cina visto il blocco governativo sulla rete internet). Allo stesso modo, il presidente di Green Zenjiang, insieme ad un professore universitario di sua conoscenza ha creato un’altra app per smartphone, tramite cui è possibile condividere e, quindi, denunciare, elementi di evidente tossicità e pericolosità ambientale rilevati sul territorio di Hangzhou.

La Cina, nella sua complessità culturale, sociale e politica, appare come un paese in cambiamento, seppure lento. Negli ultimi anni vi sono state numerose proteste popolari, supportate dalle numerose organizzazioni – all’epoca ancora informali – per la salvaguardia ambientale e umana. Questo ha portato alla creazione di una componente governativa più aperta ed interessata a forme di buone pratiche verso la sostenibilità ambientale, fattore che ha in parte incentivato la nascita e la regolarizzazione di numerose ONG e GONGO (organizzazioni governative) che agiscono sia a livello locale che nazionale, ricercando spesso partner internazionali interessati alle medesime tematiche. In questo contesto nasce lo scambio a cui sto partecipando, organizzato e sovvenzionato dalla Stiftung Asienhaus, ONG tedesca che da anni si occupa di creare punti di collaborazione fra organizzazioni europee e cinesi.

I partecipanti di quest’anno sono (in coppia): Zero Waste Italy – Friends of Nature (Beijing);

Centre for Environmental Solutions (Bielorussia) – IFINE (Shanghai);

A tip: tap (Germania) – Eco-Watch Institute (Shanghai);

Forumul Cetatenesc (Romania) – Evergreen Center for Sustainable Development (Beijing);

Marine Conservation Society (Gran Bretagna) – Shanghai RenduOcean NPO;

Deutsche Umwheltilfe/NABU (Germania) – Tianjin Binhai Environmental Advisory Service Center;

Foodwaste.ch (Svizzera) – Shanghai Green Oasis.

I primi due giorni di workshop sono stati all’insegna della presentazione e condivisione di esperienze e conoscenze fra i membri delle associazioni partecipanti allo scambio. Molta attenzione è rivolta alla gestione dei rifiuti, sia in termini di inquinamento degli agenti naturali, sia in termini di proposizione ed attuazione di buone pratiche. Altre tematiche molto sentite sono state quelle riguardanti la gestione e la prevenzione degli scarti alimentari (food waste), la salvaguardia dei mari e i progetti di promozione di un’agricoltura sostenibile per uomini e ambiente. Una delle testimonianze più importanti è stata data dal rappresentante di Tianjin Binhai Environmental Advisory Service Center, ONG che, nonostante le continue lotte con il governo locale sembra percepire una certa apertura dal governo centrale. Il Tianjin Binhai Environmental Advisory Service Center svolge l’importante azione di prestare supporto ai cittadini che hanno subito danni per l’inquinamento, sia in termini di salute personale che della terra che coltivano o degli animali che allevano, prestando loro i mezzi e le conoscenze per portare avanti una causa legale e conducendo analisi riguardo ai casi riportati, i cui esiti saranno poi riportati al governo centrale.

Il terzo giorno i partecipanti sono stati portati “sul campo” dall’organizzazione Green Zenjiang. Nella zona rurale di Huanghu, costellata da colline coronate da foreste di bambù e da risaie, abbiamo potuto visitare Huanghu Nature Garden uno spazio a metà fra una fattoria comunitaria e un giardino botanico, dove si svolgono numerosi progetti educativi per le scuole al fine di creare conoscenza anche fra le giovani generazioni – che, molto spesso, vivono in grandi città e difficilmente conoscono la campagna circostante – circa il paesaggio naturale (seppur estremamente antropizzato) della propria terra. Successivamente siamo stati a visitare un villaggio poco lontano dalla fattoria, comunità conosciuta come eccellenza nella raccolta differenziata e nel rispetto del proprio territorio. Infatti, sebbene tale comunità basa la propria economia su un’agricoltura estensiva, può tuttavia vantare una delle poche sorgenti ancora potabili direttamente alla fonte, che viene in parte incanalata e imbottigliata da una ditta pubblica.

Il workshop si è concluso con una visita al West Lake di Hangzhou, un bacino d’acqua contornato da pagode, ristoranti e una circonvallazione di sei chilometri molto trafficata.

Hanno così inizio le cinque settimane di scambio che passerò a stretto contatto con la realtà cinese dei rifiuti, impresa nella quale Zero Waste Italy collaborerà con Friends of Nature, un’organizzazione di Beijing che sta promuovendo la strategia Rifiuti Zero, collaborando con comunità, università e imprese di ristorazione sia in territorio cinese che in Taiwan.