Dopo ripetute lettere a Ferrero finalmente nel luglio dell’anno scorso (in piena pandemia) avemmo un collegamento online con l’intero team dell’azienda che garantì che stava trovando delle soluzioni alternative. Nel frattempo l’unica soluzione ha riguardato la cannuccia non più in plastica ma in carta che a ragion veduta funziona male e di fatto viene raramente differenziata e gettata, quando va bene, nella plastica. Nel frattempo non passa giorno di avvistare un largo numero di bicchierini sparsi dovunque!

Certo è il prodotto dell’inciviltà ma è anche perché questo bicchierino è un’espressione “estremistica” di un usa e getta assolutamente non più sopportabile.

Noi siamo pazienti e non ce l’abbiamo con Ferrero (tra l’altro adesso c’è anche un noto marchio di acque minerali che usa un bicchierino in tutto e per tutto simile a quello in oggetto) ma è ormai inaccettabile continuare ad avallare soluzioni di imballaggio arretrate e negative per l’ambiente (tra l’altro il polistirene di cui è fatto il bicchierino è problematico da riciclare).

Speriamo che Ferrero risponda a questa ennesima sollecitazione sapendo assolutamente di poter contare sul nostro supporto disinteressato.

Sarebbe anche un modo per dare una risposta ai bambini del Progetto di Terra Maestra che un paio di mesi fa hanno scritto una lettera a Ferrero senza ricevere risposte.


Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e vincitore del Goldman Environmental Prize 2013.

Rossano Ercolini davanti alla montagna dei famosi bicchierini.
La letterina scritta dai bambini del progetto “Terra Maestra” dell’Istituto Comprensivo “Ilio Micheloni” di Lammari e Marlia.