Alla cortese attenzione di :

Casa Modena e Parmareggio

Innanzitutto, grazie per la risposta!

E’ infatti un gesto di sensibilità costruire relazioni anche quando muovono, come in questo caso, da aspetti critici. 

Vi rispondo dal Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori perchè vedo che la vs risposta avviene dopo la lettera di sollecito del Centro Ricerca Rifiuti Zero

(anche se indirizzata a me ed alla mia collega Iolanda Roperti che condivide questa risposta). 

Ovviamente, attuare una exit strategy dall’era della plastica usa e getta non è facile…ma dobbiamo farcela visti i dati che i bambini del nostro Progetto PON condividono.

Mi permetto di interloquire criticamente con la vs risposta che sembrerebbe puntare sulla riduzione delle materie plastiche da utilizzare negli imballaggi che non risolverebbero comunque alla fonte il problema posto da un usa e getta che deve assolutamente essere arginato come ci ricordano anche le recenti misure UE nella direttiva della messa al banda di una lista di prodotti monouso. Ormai un imballaggio monouso che moltiplica altri imballaggi interni dello stesso tipo è apertamente insostenibile.

Voi richiamate in proposito i vantaggi del “monouso” riferendoli (senza dirlo) alla “monoporzionatura” della parte alimentare ma dimenticate di dire che per farlo ricorrete in peso ed in “impronta ecologica” a quasi il 40% del peso del prodotto alimentare che vendete.

I bambini stessi anche su nostro consiglio fanno riferimento a sistemi combinati di ricarica da utilizzare per avere l’equivante dei prodotti alimentari che voi somministrate in grado, quindi, di evitare essi stessi sprechi alimentari senza incappare nelle criticità pesanti della “monoporzione”.

Vi è invece un apprezzamento verso la volontà di ricorrere alle cannucce cellulosiche ma ci chiediamo. è possibile andare oltre la cannuccia? Anche per il “regalino” che risponde alla “retorica medioevale” della “persuasione” non si potrebbe farne a meno e semmai se lo si volesse mantenere abbinarlo a “stimoli virtuosi” come promuovere prodotti compostabili e comunque funzionali per la scuola?

Infine, e qui mi pongo in modo più ravvicinato al mio ruolo di direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero, non potreste ricorrere, anche per quello che riguarda la qualità sanitaria del vs prodotto da garantire anche attraverso imballaggi “asettici” a forme alternative di pellicole associate a imballaggi cellulosici e derivate da film ricavati da “nanovetro”?

Ci sono già in commercio palettine prodotte in cellulosa da riciclo dei “maceri”progettate, per il contatti diretto con prodotti alimentari e con cibi, alternative alla plastica e costituite da rivestimento derivante da biossido di silicio (Vetro in forma liquida tot naturale) …non potreste prenderle in considerazione?

Noi saremmo ben lieti di collaborare “aggratis” dandovi i contatti in nostro possesso.  

Ringraziandovi,per la vs risposta riproponiamo infatti la ns volontà di collaborazione porgendo cordiali saluti.

Rossano Ercolini,

esperto del Progetto PON Ambiente Futuro”,

direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori,

presidente di Zero Waste Europe e Zero Waste Italy.