Comitati di quartiere, associazioni e singoli cittadini si stanno mobilitando in risposta alla decisione della giunta regionale di estendere l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) ai due impianti di incenerimento siti nel comune di Colleferro.

“Questo provvedimento – hanno spiegato – prolungherebbe per molti anni il loro funzionamento, e l’amministrazione comunale di Colleferro, insieme a diverse associazioni e comitati del territorio, hanno intrapreso un ricorso al tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio, contestando l’illegittimità del procedimento di autorizzazione seguito dalla regione e per impedirne l’approvazione.

I due inceneritori, attivi dal 2002 nel quartiere di Colleferro Scalo, potrebbero essere rilevati da Ama-Acea e ammodernati, per poter essere mantenuti in attività anche per decine di anni.

Tutto questo per colpa di una politica nazionale sconsiderata, che con l’art. 35 dello Sblocca Italia incentiva la costruzione di nuovi impianti di incenerimento.

“Tutto questo – hanno scritto ancora nella nota le associazioni e i comitati aderenti alla campagna ”Rifiutiamoli!” – accade all’interno del perimetro Sito di bonifica di interesse nazionale (Sin) Valle del Sacco, tra i piu’ estesi d’Italia, nel territorio che ha visto i responsabili dell’ex consorzio Gaia spa protagonisti di un processo penale per smaltimento illecito di rifiuti. Un territorio tristemente noto anche per l”allarmante fotografia tracciata dalla ricerca epidemiologica. Sono ben 8 gli studi epidemiologici condotti, tra cui Sentieri ed Eras (peraltro finanziata dalla stessa Regione Lazio) che imputano agli inceneritori l’aumento in numero dei ricoveri ospedalieri per malattie polmonari e bronco polmonari cronico ostruttive”.

Il 9 aprile si è svolta una grande manifestazione per tutta la città per un futuro migliore.