In tempo di Economia Circolare in Toscana si rilancia l’epoca preistorica delle produzioni sporche e delle megadiscariche: il caso di Peccioli che non lascia ma vorrebbe raddoppiare.
L’ass. Zero Waste Italy rimane basita di fronte alla disinvoltura con la quale BELVEDERE SPA di Peccioli (dell’intraprendente Renzo Macelloni… ma in pensione no…?!) anzichè preparare le operazioni di bonifica di una discarica destinata a chiudere nel giro di circa 6 anni ne chiede un ampliamento per ben oltre 5 milioni di metri cubi tentando di estendere il ciclo di vita di questo polo di smaltimento regionale fino al 2051. Ciò significherebbe che, se tutto andasse bene, le operazioni di bonifica terminerebbero non prima del 2080!Siamo alla follia. Se questo progetto venisse approvato dalla regione Toscana (che tuona sempre contro le discariche a favore del riciclo chimico e dei trattamenti termici non convenzionali ma che autorizza continuamente nuovi ampliamenti di discarica come a Chianni, a Pomarance e a Rosignano, solo per fare alcuni esempi) significherebbe anche avallare le produzioni sporche di sempre in quanto i fabbisogni di scarico di schifezze come quelle provenienti dal comprensorio del cuoio (fanghi al cromo) troverebbero facile collocazione. Se poi guardiamo i codici CER previsti essi riguardano anche scarti dell’industria tessile, dell’industria cartaria e di amianto oltre ai fanghi di depurazione. Eppure la Regione Toscana ha approvato una recente legge ricettiva del pacchetto europeo per l’economia circolare che dovrebbe spingere i distretti manifatturieri a ridurre i propri scarti e a utilizzarli quale materia prima per altri cicli produttivi. La richiesta di Peccioli getta nel cesso l’Economia Circolare e voca PER SEMPRE l’intera Val d’Era a ricettacolo dei rifiuti dell’intera regione. E questo mentre la Regione si accinge ad approvare il nuovo piano regionale rifiuti. È vero che questa richiesta riguarda i rifiuti speciali che per legge non risultano diretta competenza del governo regionale ma di fatto questo intervento incide pesantemente non solo sulla gestione ambientale e sanitaria dei territori ma anche sulla gestione dei flussi di rifiuto urbano. Occorre sviluppare nuovi modelli produttivi per ridurre i rifiuti speciali a partire da quelli conciari puntando su alternative alla concia al cromo. Lo stesso vale per gli altri comparti come quello tessile di Prato e cartario di Lucca. Se necessario si investa di meno sulla robotica e più sulle produzioni pulite altrimenti la conclamata “transizione ecologica” diventa una ibarzelletta che non fa certo ridere. Per questo ZWI convoca una riunione regionale per sabato 22 gennaio presso il Parco Scientifico di Segromigno in Monte (Capannori) per fare il punto su questo progetto (per il quale scadono le osservazioni il 15 gennaio), per elaborare proposte Zero Waste per la riduzione-gestione dei rifiuti speciali e per monitorare i progetti PNRR sull’economia circolare in corso di definizione.

Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy