Rossano Ercolini è stato ospite per la terza volta del festival itinerante “La Milanesiana”, su invito di Elisabetta Sgarbi ideatrice e direttrice artistica lo scorso 17 luglio in una serata dedicata al tema “Natura” che ha avuto luogo a Treviglio (BG) presso lo “STEP Tech Park”.

Abbiamo il piacere di pubblicare il suo testo letto durante la serata.

“Siamo su un autostrada diretta all’inferno climatico con il piede premuto sull’acceleratore”. Questa frase non l’ha proferita Greta Thunberg né gli “eco-vandali” di “Ultima Generazione”. L’ha “scoccata” come una freccia il Segretario Generale  al cuore della comunità internazionale ONU António Guterres  in occasione della COP 27 tenutasi nel novembre scorso in Egitto. E se il “clima” non volge al bello anche il “magazzino” planetarie delle risorse da cui l’umanità “preleva” non sta molto bene a causa di modelli economici e stili di vita predatori.

Il 2 agosto 2023 avverrà l'”Over shot Earth Day” e cioè il giorno in cui l’ umanità ha esaurito le risorse dell’intero pianeta generate in un anno. Questo significa che l’umanità così facendo avrà bisogno nei prossimi anni di un pianeta virgola sette (1,7). Ma questa data non ci fa ben capire cosa sta succedendo: in conseguenza di stili di vita dei Paesi occidentali che si fregiano di aver fondato una “civilizzazione” basata sul progresso.

Per quanto riguarda l’Italia il nostro Paese ha già esaurito il 15 maggio i propri “prelievi” che sarebbero consentiti in un anno dai tempi di rigenerazione delle risorse. Fosse per noi italiani ci vorrebbero due pianeti virgola sette (2,7). Se ci guardiamo intorno non possiamo nemmeno sentirci poi così in colpa. Gli americani degli USA con i loro consumi necessiterebbero di 4 pianeti (5 gli australiani e i canadesi). Considerando l’Europa compreso i “verdi” Paesi scandinavi ne avremmo bisogno di 3.

Mentre Cina, India, Indonesia e Brasile stanno copiando il nostro modello “prendi, usa, butta”. Ma crisi climatica ed eccessivo prelievo delle risorse non sono le uniche grane ambientali globali con cui fare i conti. La Fondazione Ellen MacArthur, autorevole agenzia internazionale, afferma che se continuiamo a gettar plastica negli oceani al ritmo di 10 milioni di tonnellate all’anno nel 2050, nei mari, avremo più plastica che pesci. 


“Abbiamo un problema, Houston”? Sembrerebbe proprio di sì! E se non cambiamo direzione alla nostra navicella imprudentemente battezzata “Progresso” andremo a sfracellarsi proprio su quella Terra da cui, sfidandola, ci siamo allontanati. Ma gli strumenti di bordo con i loro indicatori numerici possono farci capire perchè la “navicella Progresso” non risponde più ai comandi. All’origine di tutte le patologie ambientali c’è proprio la “Traiettoria Lineare” che è stato impressa alla navicella. Infatti, “Progresso” si muove su di un “Vettore” a senso unico che ha quale punto di “applicazione” e cioè di partenza l’estrazione di materiali, (poi la manifattura, poi l’agognato consumo) e come “estremo” il “buttar via, lo smaltimento”, per poi ripartire dall’estrazione in un’accelerazione che “violenta” i tempi di rigenerazione delle risorse prelevate.

Il piano di viaggio della navicella è ammalato di “linearità” mentre, come possiamo nitidamente scorgere la Terra,  si muove in circolo. Allora occorre modellare la traiettoria sulla circolarità della Terra e dei suoi cicli. E occorre far presto altrimenti l’inerzia accelererà la collisione. Ma da Houston i “capoccioni” che dalla Terra danno le coordinate al volo spaziale negano che vi siano problemi. Ma noi non siamo in un film di fantascienza. Eppure la navicella andrà a sbattere se non passiamo da un modello di traiettoria lineare ad uno di tipo circolare. La domanda assillante è: come iniziare questa “curvatura”? Il manuale di guida parla chiaro: la natura non produce rifiuti, occorre iniziare a copiarla! “Rifiuti Zero, Spreco zero!”, “Basta usa e getta a partire dalla plastica!” – ripete l’equipaggio con la rabbia e il fervore di chi è consapevole di giocarsi  l’osso del collo!

I rifiuti ci sono solo se le nostre mani mischiano gli scarti ma se li differenziamo, con gli scarti riciclati si possono evitare i prelievi e le estrazioni di materie prime. E se riparo, riuso e allungo la vita dei prodotti evito anche gli inquinamenti e le emissioni della manifattura industriale. Si può fare: si sta già facendo in molte città italiane e il nostro Paese risulta il secondo in Europa per raccolta differenziata e il primo per Economia Circolare. Ma i “capoccioni” che hanno già pronta una nuova astronave nuova di pacca, costosissima,  fatta con terre rare e metalli critici negano che ci sia un problema, pronti a sacrificare l’intero equipaggio. 

Ma l’equipaggio non è d’accordo e ha cominciato a modellare la nuova traiettoria della navicella sulla circolarità della Madre Terra. È l’unico modo  per Ri-Tornare e Ri-Portare tutti alla “Casa comune”, sani, salvi e rigenerati. Già nella navicella l’equipaggio avverte una certa euforia e respira un’aria effervescente nell’apprendere questa “Gaia Scienza” declinata nella “Scienza di Gaia”.

Nel frattempo, inevitabile, l’equipaggio ha modificato il nome della navicella in “Progresso e Civiltà”. Se apriamo gli occhi, ritornando sulla amata Terra vediamo che quell’equipaggio SIAMO NOI.

Allora, rilassati e compiaciuti scopriamo che il RI-TORNO è l’inverso di scomparire, di allontanarsi, di smarrirsi. Il ritorno è rigenerazione. La legge della vita. Rossano Ercolini