È definitivo. L’inceneritore del Picchianti che per 50 anni ha bruciato i rifiuti non solo dei livornesi rimane chiuso per sempre. Questo è il risultato combinato di fallimenti economici e di una battaglia che dal 2016 ha visto il fronte compatto di Zero Waste Italy e del coordinamento provinciale RZ di Livorno far serrato fronte comune. Ora devono essere rilanciate le buone pratiche ZW abbandonate dal Comune circa la riduzione , la differenziazione spinta e il riciclo combinati a sistemi di tariffazione puntuale.

A  chiusura della vicenda Livorno ad oggi rimane un comune Rifiuti Zero. Infatti, nonostante le dichiarazioni stizzite del Sindaco Salvetti circa la presunta uscita dal novero dei comuni RZ con il dovuto rispetto, una volta chiusa la partita dell’inceneritore per cui avevamo esibito il cartellino rosso al comune al momento risulta ancora la Delibera di adesione del Comune (in era antecedente Salvetti) alla strategia RZ. Se il sindaco ne vuole uscire non ha che da convocare il Consiglio comunale e deliberare l’uscita. Infatti in tal senso non sono i sindaci in modo unilaterale a decidere in proposito ma i consigli comunali. Inoltre con grande fermezza e chiarezza invitiamo Reti Ambiente a non associare la chiusura dell’inceneritore (positivamente deliberata appunto dal gestore dell’ATO COSTA toscana nord) alla realizzazione dell’ossicombustore di Peccioli (inceneritore) ed all’ingresso di Reti Ambiente (previo adesione dei circa 100 comuni) nella società Novatosc che dovrebbe gestirlo.

Ricordiamo che attualmente il procedimento autorizzativo dell’impianto (semi sconosciuto circa le referenze industriali) risulta tutt’altro che concluso mentre lo stesso nuovo Piano Regionale Rifiuti della Toscana ha dei problemi da risolvere circa la sua definitiva approvazione. A questo proposito ma anche proprio referendosi ai rifiuti residui di Livorno attualmente conferito al TMB di Massarosa (Pioppogatto) invitiamo Regione, Comuni e gestore a ricordarsi bene che è in corso di svolgimento un Tavolo tecnico congiunto varata da Reti Ambiente e da Zero Waste Italy circa modalità avanzate di riconversione proprio a partire dal Trattamento Meccanico Biologico di Pioppogatto in funzione di recupero di materiali in modo massiccio dallo stesso RUR (Rifiuto Urbano Residuo) per cui risulta molto concreta l’opportunità a valle di una raccolta differenziata spinta ad almeno l’80% di recuperare ben oltre la metà di materiali contenuti sia nel sottovaglio che nel sopravaglio di questo flusso residuo.

Con sistemi avanzatissimi recentemente disponibili a livello industriale (aggiornamenti dei sistemi NIR- Near Infrared receovery-lettori ottici) vengono garantiti sistemi di recupero del sopravaglio (plastiche, cartacei, legno, tessuti oltre ai metalli) pari all’82% rilanciando proprio quelle opportunità di “sorting” anche dal rifiuto indifferenziato che la Regione in modo improvvido nel proprio Piano vorrebbe del tutto non prevedere.

Il Tavolo tecnico a brevissimo ha programmato visite ad impianti del genere ben maturi e operativi a livello nazionale ed internazionale. Concludendo: per favore non si parli di fine dell’inceneritore per poi… realizzare ossicombustori vari!

Vi sono tutte le condizioni economiche, ecologiche e tecnologiche per liberarci definitivamente da tutti i trattamenti termici che producono inquinanti i CO2 riducendo al 6-8% i flussi detossificati  da porre a discarica in attesa di poter azzerare almeno parte di imballaggi e prodotti non ancora riciclabili coinvolgendo la responsabilità dei produttori.

Intanto l’ATO TOSCANA NORD è il primo ATO toscano “incinerator free” avente anche il più alto tasso di raccolta differenziata (Lucca provincia raggiunge il 77%).

Si può fare e intanto SI È VINTO!

Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy